12 Maggio 2019, IV Domenica di Pasqua
Gv 10, 27-30
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Il vero Agnello, il vero Pastore!
Gesù vive da Risorto in mezzo alla comunità. La Chiesa è in festa, la nostra comunità è in festa! Non tutti però percepiscono l’importanza di questi giorni, anche tra coloro che frequentano assidua-mente la celebrazione domenicale. L’identità che c’è tra le Persone della Trinità (Padre, Figlio, Spirito Santo) viene offerta anche a noi. Non siamo semplici pecore da macello, siamo amati da Cristo e quindi anche dal Padre e dallo Spirito. Ricordiamoci che Gesù non finisce in croce per un’incomprensione o un incidente di percorso ma è Lui, lo stesso pastore che si fa agnello sacrificale per sostituire gli antichi sacrifici con quello vero e definitivo.
Gesù vuole persone disponibili e pronte a sacrificarsi per il prossimo pertanto è Lui stesso che ci dà l’esempio salendo sul patibolo. Al tempo stesso, mentre Lui sperimenta la vera solitudine sulla croce, noi abbiamo la consolazione che non saremo mai lasciati soli, neanche durante la prova, anche se la nostra “cecità” ci impedisce di vedere chi è vicino a noi per sostenerci nel corpo e nello spirito!