La chiesa è situata al centro di San Fortunato della Collina, una frazione del comune di Perugia che si trova lungo la strada statale Marscianese a sud-ovest della città di Perugia, sul crinale della collina che separa la valle del Tevere dalla piccola valle solcata dal torrente Genna.
Sia la Chiesa che il piccolo centro abitato sono dedicati a San Fortunato vescovo di Todi, vissuto 500 anni dopo la nascita di Cristo e già ritenuto santo in vita. Nell’anno 1842 fu eletta compatrona una Santa suora di clausura, Veronica Giuliani. In tempi recentissimi, per iniziativa del parroco emerito Don Giovanni Battista Tiacci e dei molti parrocchiani devoti, è stato nominato compatrono anche San Pio da Pietrelcina.
L’edificato si configura come una delle piccole fortificazioni collinari dipendenti dal contado di Porta San Pietro, dapprima villa (fine XIII secolo), poi dotato di mura nel 1311, fino a definirsi come castello. La chiesa si pone al centro dell’area dell’antica fortificazione, a formare il lato di una piazzetta a cui si accede salendo e passando attraverso lo stretto l’arco d’ingresso. La chiesa si presenta in forma compatta, dovuto all’ampliamento avvenuto con la riforma culturale promossa dal programma architettonico delle chiese leonine, e sono risaltate le raffinate forme e insieme all’alto e importante campanile si attesta come elemento significativo nel paesaggio.
STRUTTURA
La struttura interna ha forma di croce latina con abside sul fondo, suddivisa in tre campate di cui le ultime due aperte in un ampio transetto, con il pavimento in leggera salita. La zona presbiteriale, leggermente asimmetrica rispetto l’asse centrale, è ricavata sul fondo attraverso un’abside che emerge con parte del suo gradino. Tale spazio si presenta con un ambone in mattone con colonnine di terracotta a sinistra, una mensa in terracotta al centro e nel fondo parte della mostra d’altare originaria, posizionata in una nicchia, affiancata da due aperture protette da due tende. Dietro e in alto si attesta un crocifisso ligneo, mentre agli angoli d’imposta si concentrano le diverse suppellettili.
L’ampio transetto a due campate, suddivise da un colonna, si configura simmetricamente, con il lato verso l’altare, con un altare costruito intorno ad una statua posta dentro una nicchia e nel fondo. Nella stessa stessa campata è presente una vetrata artistica, mentre nel lato verso l’ingresso è si apre una piccola porta. All’ingresso, sul lato sinistro, un confessionale è posizionato dentro una nicchia e protetto da una vela in legno, mentre ai due lati due statue di santo sono poste sopra due peducci a mezz’altezza.
La facciata principale, in pietra a vista, si presenta a vela e copre la copertura a capanna retrostante per mezzo di una forma curva. È coronata da due pinnacoli agli estremi e croce nel centro. Sempre al centro, una finestra circolare con inferriate radiali e mostra il travertino che è in asse con il portale in pietra; davanti, una tenda serve a proteggere il portale ligneo. Accanto, due simmetrici volumi intonacati, retrostanti rispetto la giacitura della facciata principale, seguono l’inclinazione della copertura nella falda inclinata e presentano in basso due simmetriche aperture alle quali si accede attraverso un piano che colma i sottostanti dislivelli, ingresso che nel lato destro è in parte schermato da una formella decorativa.
La chiesa presenta le pareti intonacate, con spigoli grigi e sfondo ocra come colori predominanti, ma con ricche decorazioni di variegati cromatismi che arricchiscono lo spazio. Ben evidente la struttura a pilastri e archi a cui collabora nel sostenere i carichi anche le pareti perimetrali. Lo spazio è coperto con una volta a botte ribassata, lunettata ai lati con archi d’imposta in evidenza. Il triangolo d’imposta della lunetta nella volta è decorato, così come l’intradosso dell’arco. La chiesa è caratterizzata da una trabeazione di ordine dorico, con modanature bianche e dorate che si posizionano intorno le colonne.
Nella facciata emerge la precedente apertura che si pone a sinistra di quella attuale e l’archetto d’imposta oggi è stato chiuso chiuso con una formella. Il campanile ha due celle sovrapposte, l’inferiore con archi a tutto sesto, la superiore con archi acuti e balconi.
STORIA
La chiesa di San Fortunato è documentata da tre fonti: un diploma dell’imperatore Federico Barbarossa del 1163; un privilegio di papa Alessandro III del 1169 ed uno di papa Clemente III del 1189. Si ha la certezza che l’edificio fu costruito prima ancora del Castello della Collina che costituiva uno dei principali fortilizi difensivi della città di Perugia. La chiesa di impronta romanica, era dedicata San Fortunato, vescovo di Todi, e doveva essere a navata unica e con l’altare rivolto a oriente.
Nel 1266, la parrocchia aveva anche tre oratori: di Santa Maria, della famiglia Corradini, di San Francesco di Paola, della famiglia Perotti e di San Francesco d’Assisi della famiglia Graziani. Nel 1325 risulta elencata fra le chiese che dipendevano dal Monastero di San Pietro in Perugia. Nel 1489, in occasione di un censimento eseguito dalla Diocesi, è nominata come appartenente al Monastero, ma dipendente dalla Cattedrale di San Lorenzo in Perugia, alla quale doveva versare 113 libre all’anno. La chiesa di San Fortunato della Collina divenne parrocchia nel 1535, ma rimase membro della Cattedrale di Perugia.
Nel 1679 La chiesa si arricchì della statua della Madonna del Rosariola per donazione Barigliani Perotti.
Nel 1798, il parroco di San Fortunato don Giovanni Battista Romitelli, nella sua descrizione della chiesa annota la presenza di tre altari e di una sola campana nel campanile.
Per un voto formulato dal parroco don Primo Pauselli, il 30 giugno 1842 il vescovo Cittadini benedì la statua di Santa Veronica Giuliani nel convento delle Cappuccine in Porta San Pietro di Perugia, dotandola di molte indulgenze. L’11 settembre fu trasferita nella chiesa parrocchiale di San Fortunato accolta da una solenne celebrazione con il vescovo Cittadini e 18 sacerdoti. Da questo momento Santa Veronica diventa compatrona della chiesa e la si festeggia ogni seconda domenica di settembre.
Il parroco don Primo Pauselli, nel 1845, fece rifare la porta gotica della chiesa e il soffitto a capriate fu sostituito con da un andamento ad archi ogivali. Lo stesso parroco Pauselli decise di rimodernare la chiesa nel 1852 facendo alzare di due piedi e mezzo il nuovo pinnacolo centrale sormontato da una croce di ferro. Le due guglie laterali recano le seguenti iscrizioni: “1852” quella di destra e “D.P.P.” (Don Primo Pauselli) quella di sinistra.
Tra il 1917 e il 1918, la torre del campanile venne innalzata di circa dieci metri compresa la cuspide a piramide quadrangolare per far in modo che la cella campanaria si elevasse al disopra del tetto della chiesa per far espandere il suono delle tre campane definite “chiacchierine”. Con il parroco don Ennio Paltracca, tra il 1938 e il 1942, la chiesa subì delle modifiche di ampliamento perché era diventata insufficiente a contenere i fedeli. Pertanto fu demolito il prolungamento della casa canonica e della facciata della chiesa, e fu demolita la balconata che si trovava sopra la porta centrale per formare un’ala a destra e una a sinistra.
Il 5 giugno 1965 vengono inaugurate due campane nuove volute dal parroco don Giuseppe Buelloni, che si aggiunsero alla altre tre. Sorsero ben presto problemi sulla staticità del campanile che non poteva sopportare un tale peso, ma grazie alla generosità dei conti Faina che pagarono le spese, la torre campanaria fu ricostruita e inaugurata solennemente nell’estate del 1968. Nel 1978 la porta di’ingresso su sostituita con un portone.